Chi si reca a Dubai e decide il fai da te gli faccio i miei migliori auguri e lo prego di non contattarmi per chiedere aiuto. Sono oramai un centinaio le telefonate ricevute da investitori sprovveduti che abbagliati dalle opportunità sono stati trascinati in operazioni dall’esito catastrofico. Un aspetto che investitori più esperti sottovalutano quando vogliono operare su questo mercato e’ la povertà di comunicazione che riceveranno dalla controparte sul posto. Quando si viene a Dubai per la prima volta si è sopraffatti in pochi giorni dalla città. Si presentano tante occasioni, spesso apparenti, e si rimane basiti dalla spettacolarità dei progetti. Ci sono ancora oggi centinaia di cantieri, di cui diversi sono abbandonati da 10 o più anni, distribuiti su un’areale enorme. Il tempo necessario per riconoscere la scelta migliore richiederebbe molte settimane di ricerca. Per questo motivo e’ stato necessario fare una scrematura delle zone e dei progetti.
Operando da ormai 17 anni e conoscendo quasi tutti i retroscena della città è facile capire su quali aree investire e/o quelle che avranno un ruolo maggiore all’interno della citta’. Sulle queste stesse zone si e’ poi proceduto ad identificare quei progetti che hanno le posizioni migliori e che sono proposti da societa’ solide e che aderiscono a tutte le ultime disposizioni di legge a garanzia degli investitori.
Spesso ci si lascia impressionare da un bellissimo plastico, da un video creato a regola d’arte ma soprattutto da una serie di promesse difficilmente realizzabili.
Nulla ha più valore di un’informazione chiara e corretta. Questo è il mio ruolo. Valutare la zona, valutare il progetto, conoscere il costruttore, verificare la qualità dei suoi progetti passati e soprattutto la gestione dei suoi edifici.
Prima di avventurarsi a Dubai è prioritario avere le idee chiare sullo scopo di un qualsiasi investimento. Generalmente si è visto che molti investitori all’inizio sono partiti con il presupposto di avere una rendita per il futuro combinata con un guadagno legato alla crescita dei prezzi. Ma dopo aver preso confidenza con il luogo ed il mercato è seguito un ulteriore investimento con lo scopo di avere una base d’appoggio, e chissà, la possibilità di trascorrere una parte del tempo in un altro paese per valutarne le prospettive professionali che può offrire.
Come accennato prima l’aspetto di una corretta comunicazione è fondamentale. Detto così sembra una problema superabile dal momento che la lingua usata per comunicare è l’inglese ma avete mai provato a comunicare in inglese con uno della regione asiatica? Quasi tutte le aziende hanno personale che proviene da questa regione e gestire le comunicazioni, comprendere e farsi comprendere anche per piccole richieste può risultare difficile in un paese che raccoglie 150 nazionalità diverse con sfondi culturali molto disomogenei tra di loro. Eppure comunicare, per usare un termine inglese, è “paramount” (predominante) in una qualsiasi trattativa.